Unaprol afferma  che nel 2005 le esportazioni totali di olio d’oliva hanno superato le 365.000 tonnellate, di cui oltre 214.000 riguardavano la sola categoria degli oli vergini. La domanda di olio d’oliva targato made in Italy continua a indicare sensibili margini di crescita negli Usa, in Canada e Germania, mentre per la prima volta si affaccia tra i nuovi Paesi consumatori la Cina, dove le importazioni di olio nel 2005 hanno fatto registrare un aumento del 137,24% rispetto all’anno precedente.

 Unaprol, il più grande e rappresentativo consorzio di olivicoltori a livello europeo, ha un nuovo presidente: Massimo Gargano, 48 anni, membro della Giunta nazionale della Coldiretti, che succede a Nicola Ruggiero. Imprenditore agricolo a indirizzo viticolo e olivicolo, Gargano, che è dottore in scienze agrarie e master in economia del sistema agroalimentare, guiderà un consiglio di amministrazione espressione delle aree più rappresentative dell’olivicoltura italiana e sarà coadiuvato nell’incarico dal vicepresidente Onofrio Spagnoletti Zeuli, dirigente di Confagricoltura.

Il consorzio alla cui guida è stato designato Gargano ha sempre creduto nella qualità, e questo fatto è stato premiato dal mercato. Infatti, da una indagine Unaprol dell’ottobre 2005 condotta su dati Iri-Infoscan risulta che un litro di olio Dop viene scambiato mediamente a 8,36 euro il litro, contro i 3,89 euro dell’extravergine di base.

«Ciò sta a significare – afferma Gargano – che il mercato premia la qualità e che i prodotti a denominazione di origine protetta spuntano prezzi doppi rispetto al prodotto 100% italiano».

Interessante, sempre ricavati dalla stessa indagine, i dati sull’offerta in litri del prodotto extravergine confezionato e distribuito in Italia: extra vergine di base 89%, 100% italiano 6,8%, biologico 0,9%, fruttato 1,4%, Dop e Igp 1,9%.
La segmentazione dei consumi cresce e fa leva su temi legati soprattutto all’origine e al gusto.
Il mercato dell’extravergine confezionato supera i 650 milioni di euro, per un quantitativo di oltre 166 milioni di litri, e registra un tasso di crescita medio del 4,4% all’anno.

Per quanto riguarda le vendite all’estero, dallo scenario economico Unaprol risulta che nel 2005 le esportazioni totali di olio d’oliva hanno superato le 365.000 tonnellate, di cui oltre 214.000 riguardavano la sola categoria degli oli vergini.

La domanda di olio d’oliva targato made in Italy continua a indicare sensibili margini di crescita negli Usa, in Canada e Germania, mentre per la prima volta si affaccia tra i nuovi Paesi consumatori la Cina, dove le importazioni di olio nel 2005 hanno fatto registrare un aumento del 137,24% rispetto all’anno precedente. Un segnale, secondo gli esperti, che fa ben sperare per le nostre esportazioni e la nostra bilancia agroalimentare.

L’Italia con quasi 600 frantoi, resta il Paese che conta il maggior numero di impianti attivi, una caratteristica che ha sempre svolto un ruolo determinante per la qualità.

 

 

Fonte: La stampa, 21 maggio 2006