Questa sezione punta l'attenzione sull'etichettatura d'origine, sui provvedimenti del Mipaf per la coesistenza tra colture transgeniche e quelle convenzionali e biologiche. Anche la tutela delle indicazioni geografiche viene dettagliatamente presa in esame così come l'agricoltura biologica.
Salvaguardare la biodiversità dell’ambiente e la tipicità dell’agroalimentare italiano, consentendo agli agricoltori di scegliere liberamente quali colture produrre: convenzionali, biologiche, transgeniche ed ai consumatori quali prodotti portare in tavola. Questa è la strada scelta dal MiPAF per regolamentare l’impiego di organismi geneticamente modificati in campo agricolo.
L'olio di oliva varia a seconda della regione di provenienza. Come avviene per il vino, la cultivar, il terreno, il clima, l’annata, i tempi ed i metodi di raccolta e altre condizioni determinano caratteristiche, sapori e profumi diversi.
La denominazione di origine protetta valorizza le caratteristiche tipiche e tradizionali delle zone da cui gli oli extravergini di oliva provengono.
Gli elementi distintivi degli oli variano al variare del territorio: il colore, dal giallo paglierino al verde; il sapore, che richiama, oltre al gusto dell'oliva fresca, anche quello della frutta o della verdura, l'aroma intenso o lieve.
La Denominazione di Origine Protetta DOP è marchio collettivo introdotto dal Regolamento Ce n.2081/92 per la tutela e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari originari di un determinato territorio. Nel caso della DOP, tutto il processo produttivo, dalla materia prima alla trasformazione, fino al confezionamento, deve essere realizzato all’interno di un’area geografica delimitata.
Il simbolo del DOP è un sole con bordo giallo e fondo blu, sul quale campeggia l'immagine stilizzata di un campo lavorativo: segnala ai consumatori europei i prodotti a denominazione DOP e IGP.
DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) sono marchi collettivi introdotti dal Regolamento Ce n.2081/92 per la tutela e la valorizzazione dei pro-dotti agroalimentari originari di un determinato territorio. Nel caso della DOP, tutto il processo produttivo, dalla materia prima alla trasformazione, fino al confezionamento, deve essere realizzato all’interno di un’area geografica delimitata, mentre, nel caso dell’IGP, è sufficiente che solo una parte del processo di produzione sia circoscritta all’area tipica.
L’indicazione dell’origine dei prodotti agricoli sulle etichette, consente una maggiore tutela dell’agroalimentare italiano e mette i consumatori nelle condizioni di fare scelte consapevoli. I consumatori, complici i numerosi scandali alimentari, da "mucca pazza"all’influenza dei polli, e le crescenti quantità di alimenti prodotti all’estero e spacciati come Made in Italy, sono sempre più interessati a conoscere il luogo d’origine di ciò che portano in tavola.