Verona ha aperto le porte alle migliori produzioni italiane di vino e olio con Vinitaly, Sol ed Enolitech, le manifestazioni che dal 3 al 7 aprile hanno portato il made in Italy in una delle più famose vetrine internazionali.

Informazione e degustazione l’una accanto all’altra per promuovere e diffondere la cultura e la conoscenza degli oli di casa nostra.
Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie, con i suoi 7.000 metri quadrati e i circa 300 espositori provenienti da 13 Paesi presenti a questa sua 11a edizione, è come sempre l’imperdibile appuntamento di informazione per gli operatori di vino e olio, due tra i più famosi prodotti italiani.

Il Sol, il Salone internazionale dell'olio extra vergine di oliva di qualità, che ha aperto i battenti con la premiazione dei vincitori del Sol d'Oro, il concorso internazionale svoltosi dal 17 al 22 marzo scorsi, per la sua 14a edizione ha potuto vantare ben 310 espositori, distribuiti su 4500 metri quadri, in cui vari Paesi – oltre all’Italia anche Argentina, Cile, Francia, Grecia e Spagna – hanno avuto modo di presentare le proprie eccellenze in campo oleario.

Facile comprendere quale importante ruolo per l’internazionalizzazione delle aziende italiane possa rivestire dunque l’evento veronese di Vinitaly. “Non solo vino, ma anche 'La grande Italia dell’olio'”, sottolinea Confagricoltura.
E l’Organizzazione degli imprenditori conferma questo slogan enunciando i numeri legati al settore oleicolo: il 5% della superficie nazionale è coltivata a uliveti, che nella scorsa stagione hanno prodotto circa 500 mila tonnellate, 288 mila delle quali esportate. L’Italia è seconda solo alla Spagna quanto a produzione ed esportazione, ma la precede nell’ambito dell’export verso mercati extracomunitari.
Più di un milione sono le aziende produttrici, 6000 circa i frantoi, 1000 imprese per il confezionamento di olio 100% italiano e 10.000 quelle che vendono soltanto extravergine con il proprio marchio aziendale.
Inoltre, sono ben 37 le produzioni riconosciute come Dop e una quella Igp, mentre sono 350 le filiere tracciate da Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, tutte certificate CSQA.
Ma il successo dei nostri oli è dovuto, sottolinea ancora Confagricoltura, alla loro particolarità, “frutto delle varietà che donano caratteristiche di fruttato, amaro, piccante più o meno intensi, del territorio, delle accurate tecniche agronomiche, della selezione e conservazione dell’olio extravergine di oliva; tutto ciò ci consente oggi di avere riconoscimenti di mercato sia a livello nazionale che internazionale”.

Il Salone è stato caratterizzato anche da un ricco calendario di degustazioni guidate di oli tracciati provenienti, tra le altre, da regioni come Puglia, Calabria, Umbria, Lazio, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Molise e Toscana, per un percorso orientato alla scoperta di una molteplicità di sapori, legati al territorio e alle tradizioni.
Massimo Gargano, Presidente di Unaprol, ha così commentato questi appuntamenti del gusto: "La richiesta di maggiori garanzie in tema di origine obbligatoria e di qualità dei prodotti agricoli è in forte aumento. Con questa iniziativa vogliamo contribuire a rendere più trasparente l'offerta del prodotto di qualità e di origine certa e dare visibilità alle imprese che hanno scommesso sulla tracciabilità perché possano essere riconosciute e premiate dal mercato".