
Domenica 14 Dicembre 2025, alle ore 15:30, la millenaria chiesa San Nicolò La Latina di Sciacca, in provincia di Agrigento ospita un evento unico nell’ambito di Agrigento Capitale della Cultura 2025: “L’Olio di Oliva nei Sacramenti della Chiesa Cattolica – Percorso tra simboli, fede e cultura dell’olio”, una lectio magistralis del professor don Emanuele Massimo Musso.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA CON BIGLIETTO GRATUITO SU PIATTAFORMA TERRE SICANE
OPPURE AL 3334617556
Organizzato dall’associazione Terre di Dedalo APS, l’evento fa parte del progetto “Ulivi Eterni: Radici di Cultura e Memoria ad Agrigento”, dedicato alla valorizzazione degli ulivi monumentali della provincia, veri simboli viventi del patrimonio culturale, ambientale e identitario della Sicilia.
Gli alberi, custodi silenziosi di storie millenarie, saranno al centro di un percorso narrativo, sensoriale e tecnologico che unirà arte, scienza, memoria storica ed educazione, coinvolgendo la comunità locale, scuole, visitatori e studiosi.
L’olio d’oliva accompagna la storia della Chiesa cattolica fin dalle sue origini.
Nella Bibbia l’olio d’oliva ricorre come simbolo di gioia, guarigione, benedizione e consacrazione. I re d’Israele venivano unti con l’olio, segno di un’investitura divina; i profeti ne parlano come di un unguento che lenisce le ferite; il Salmo 23 celebra l’olio come gesto di accoglienza e protezione.
Nel Nuovo Testamento, Gesù stesso invita i discepoli a ungere i malati con olio e a pregare per loro, gesto che diventerà uno dei fondamenti del Sacramento dell’Unzione degli Infermi.
Il professor don Emanuele Massimo Musso, autore di libri dedicati all’etica, alla vita cristiana, alla spiritualità e meditazione biblica, condurrà i partecipanti ad approfondire i tre oli santi. Ogni anno, durante la Messa Crismale celebrata dal vescovo nella Settimana Santa, vengono benedetti tre oli, tutti rigorosamente a base di oliva:
Olio del Crisma (Sacrum Chrisma)
È l’olio più pregiato, aromatizzato con balsamo profumato. Simboleggia la pienezza dello Spirito Santo.
Usato nel:
– Battesimo (unguento sul capo del neobattezzato)
– Confermazione
– Ordinazione sacerdotale ed episcopale
– Dedicazione delle chiese e degli altari
Olio dei Catecumeni (Oleum Catechumenorum)
Rappresenta la forza per vincere il male e la preparazione spirituale al Battesimo.
Viene usato per:
– ungere i catecumeni prima del Battesimo
– accompagnare il loro cammino di iniziazione cristiana
Olio degli Infermi (Oleum Infirmorum)
È l’olio dell’accoglienza, della consolazione e della speranza.
Viene usato nel:
– Sacramento dell’Unzione degli Infermi, per offrire conforto, guarigione spirituale e forza nelle prove della malattia.
Perché proprio l’olio d’oliva?
La scelta dell’olio d’oliva non è casuale. Fin dall’antichità era prezioso, puro e capace di comunicare forza e luce. La sua estrazione richiede pressione e trasformazione: un’immagine forte della vita cristiana che nasce e si rigenera anche attraverso la sofferenza.
I motivi simbolici e pratici del suo utilizzo:
- È un prodotto naturale e legato alla Terra Santa, luogo delle origini cristiane.
- Illumina, come nelle antiche lampade ad olio: segno dello Spirito che rischiara la vita.
- Lenisce e guarisce, richiamando la misericordia di Cristo.
- Consacra, come avveniva per re, profeti e sacerdoti nell’Antico Testamento.
L’olio come ponte tra fede e quotidianità
La Chiesa, attraverso l’olio d’oliva, fa entrare nella liturgia un elemento tipicamente umano, domestico e concreto. L’olio che cura, nutre e protegge diventa segno della presenza di Dio nella vita delle persone: dall’inizio dell’esistenza cristiana (Battesimo) fino ai momenti più fragili (malattia e infermità).
Il suo profumo, soprattutto nel Crisma, vuole richiamare la “buona fragranza di Cristo”, un invito a diffondere nel mondo l’amore ricevuto.
L’olio d’oliva nei sacramenti non svolge solo una funzione rituale: è un simbolo vivo, profondamente radicato nelle Scritture e nella cultura mediterranea. Attraverso la sua materia semplice e preziosa, la Chiesa comunica un messaggio di luce, guarigione, forza e consacrazione, rendendo visibile — in gesti e profumi — l’invisibile azione dello Spirito.
L’evento è inserito nelle manifestazioni di Agrigento Capitale della Cultura 2025, patrocinato dalla Città di Agrigento e dalla Regione Sicilia. Organizzato da Terre di Dedalo APS e la rivista Olio-Extra-Vergine.it come media partner.
Professor Don Emanuele Musso
Professore a contratto di Teologia, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore presso la sede di Piacenza, dal 2017 al 2019.
Professore a contratto di teologia presso la LUMSA di Palermo dal 2021 al 2023.
Dal 2021 professore invitato di Storia della spiritualità cristiana presso lo Studio Teologico Agrigentino in Agrigento, affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica San Giovanni evangelista in Palermo.
Collaboratore stabile per la rubrica di teologia presso il settimanale dell’Arcidiocesi di Agrigento, L’Amico del popolo.
Pubblicazioni recenti:
Apprendimento/Learning, Codice, Creatività, Dato, Dimensione, Fatto, Interpretazione, Istituzione, Libertà, Volontà, in A. Alpini (a cura di).
Law, Art and Humanities: Methodology of Creative Connections. Metodologia di connessioni creative, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2024, pp. 60-64, 114-116, 157-160, 192-196, 228-230, 260-263, 298-300, 333-335, 378-379, 417-419 (ISBN: 978-88-495-5558-5).
La teologia e la pedagogia della preghiera nel De oratione (Summa theologiae II-II q. 83) di Tommaso d’Aquino. Appunti per una lettura, in L. Lauricella Ninotta – T. Pace – G. Todaro (a cura di), nel libro L’uomo. Cumulo di bisogni o anelito alla trascendenza? Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2025, pp. 165-205 (ISBN 978-88-9287-211-0).
Autore dei Libri:
Questioni teologiche di morale cristiana — EDUCatt Università Cattolica, 2018
Questo libro tratta di concetti fondamentali di teologia morale: le fonti bibliche, la legge evangelica, la legge naturale, sacramenti e dottrina sociale.
Maria nei Vangeli. Meditazioni bibliche — Ex Libris Edizioni, 2020
Saggio di meditazione su Maria, analizzando la sua figura nei Vangeli e nella Bibbia.
Sulle orme di Cristo. Breve storia del vissuto cristiano — Aracne, 2019
È una “storia del vissuto cristiano”: Musso esplora la spiritualità cristiana mediante citazioni di santi e autori, spiegando il senso incarnato della vita spirituale.
La Chiesa di San Nicolò La Latina: la gemma normanna nel cuore di Sciacca
Nel cuore del centro storico di Sciacca — tra vicoli e piazzette medievali — sorge la Chiesa di San Nicolò La Latina, considerata la chiesa più antica della città e uno dei più rilevanti esempi di architettura siculo-bizantina influenzata dall’arte islamica nel territorio siciliano.
La chiesa fu fondata tra il 1100 e il 1136 per volontà della contessa normanna Giulietta, figlia del Gran Conte Ruggero, nel periodo in cui la Sicilia si stava consolidando sotto il dominio normanno. Nel 1172 l’edificio e il suo monastero furono posti alle dipendenze dell’Abbazia di San Filippo d’Argirò, a sua volta legata al Monastero di Santa Maria la Latina di Gerusalemme, da cui deriva il nome “La Latina”.
La chiesa si trova in Piazza San Nicolò, in una zona che in origine stava fuori dalle mura cittadine, nell’antico quartiere del “Rabato”, parte del borgo medievale di Sciacca.
L’edificio è di piccole dimensioni ed è caratterizzato da una facciata semplice ma elegante in pietra calcarea locale, con:
- una struttura a capanna dal profilo essenziale;
- un portale a tutto sesto e tre finestre soprastanti (di cui solo quella centrale è aperta);
- cornici a doppio rincasso che creano un suggestivo gioco di luci e ombre;
- tre absidi cilindriche sul retro che richiamano la geometria rigorosa delle strutture arabe.
Questi elementi rivelano un forte legame con lo stile siculo-bizantino sviluppatosi in Sicilia, dove tradizioni architettoniche occidentali e orientali si fondono armoniosamente.
All’interno, la chiesa presenta:
- una navata unica con pianta a croce latina, coperta da un tetto in legno;
- pareti spoglie, in passato affrescate, come testimoniano frammenti bizantineggianti rinvenuti durante restauri nel XX secolo;
- piccole finestre strombate che introducono luce naturale, ricordando le feritoie difensive delle fortificazioni medievali; quattro altari in pietra grezza, tre nelle absidi e uno laterale dedicato a San Nicolò di Bari.
Questa sobrietà non è un limite: al contrario, consente di apprezzare appieno la struttura architettonica originale e il suo valore storico.
Custode della chiesa è Lucia Stefanetti, artista che lavora all’interno della struttura ed accoglie calorosamente i visitatori.
Rivela gli angoli nasconti, lo scudo crociato dei templari, una delle più antiche croci lignee della sicilia, autentica rarità risale al XII secolo, ed una preziosa croce bifacciale, nei riti pasquali la si faceva roteare: sul davanti si vede il Cristo Patiens e nell’altra faccia il Cristo Risorto in posizione pantocratica.
La Chiesa di San Nicolò La Latina è molto più di un semplice luogo di culto: è un testimone vivo delle stratificazioni culturali che caratterizzano la Sicilia. In pochi metri quadrati racconta secoli di storia, fede e arte, invitando chiunque entri al suo interno a un’esperienza di scoperta e contemplazione.
