
Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Repressione Frodi, basato sui registri telematici degli oli, le giacenze di olio extravergine in Italia hanno subito significative variazioni rispetto all’anno scorso. Al 30 settembre 2025, nei serbatoi nazionali sono presenti circa 60 mila tonnellate di olio extravergine europeo ed extra UE, il doppio rispetto alle 30 mila tonnellate registrate nello stesso periodo del 2024.
Al contrario, le scorte di olio extravergine italiano ammontano a 30 mila tonnellate, in calo rispetto alle 40 mila tonnellate del 30 settembre 2024, rappresentando così appena un terzo delle giacenze complessive di Evo.
Questa dinamica ha determinato un significativo cambiamento nella geografia della detenzione dell’olio: la Puglia, tradizionalmente principale regione produttrice, con quasi 29 mila tonnellate, perde il primato a favore della Toscana, dove le grandi industrie olearie dispongono di oltre 30 mila tonnellate. A livello provinciale, Bari viene superata da Perugia e tallonata da Lucca e Siena.
Crescono anche le scorte delle altre tipologie di olio: l’olio lampante raggiunge le 12.900 tonnellate (+29,2%), mentre l’olio di sansa sale a 14.287 tonnellate (+46,8%). L’olio di oliva raffinato resta stabile a 11.444 tonnellate, portando il totale delle scorte italiane di tutti gli oli a quasi 133 mila tonnellate.
Per quanto riguarda l’olio biologico, le giacenze si attestano a 14 mila tonnellate, per lo più extravergine, di cui oltre il 58% di origine estera. Tra gli oli certificati, solo Terre di Bari Dop mantiene più di un milione di litri disponibili (1,3 milioni), mentre IGP Toscano e IGP Sicilia si fermano a circa 600 mila litri, e le Dop Umbria e Dop Val di Mazara a 380 mila litri.
