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Cosa fare con l’olio esausto: un piccolo gesto per un grande cambiamento

L’olio esausto, ovvero l’olio di frittura usato in cucina, è un rifiuto domestico che, se non smaltito correttamente, può avere un impatto devastante sull’ambiente. Spesso viene erroneamente versato nel lavandino o nel WC, provocando gravi danni alle reti fognarie, inquinamento delle falde acquifere e costi elevati per la depurazione delle acque.
L’olio alimentare esausto non è biodegradabile e infatti danneggia l’ambiente, le tubature e gli impianti di depurazione. Un solo litro di olio è sufficiente per contaminare circa 1 milione di litri d’acqua.
Bastano infatti pochi litri di olio vegetale per contaminare migliaia di litri d’acqua potabile.
Ecco perché è fondamentale sapere cosa fare con l’olio esausto e come contribuire alla sua corretta gestione.

Come comportarsi con l’olio esausto?
Il primo passo è raccogliere l’olio esausto in contenitori ben chiusi, come bottiglie di plastica o taniche, evitando di mescolarlo con altri liquidi o rifiuti. Una volta pieno, il contenitore deve essere portato presso i punti di raccolta comunali, le isole ecologiche o i centri di conferimento mobili organizzati periodicamente dalle amministrazioni locali.

Un esempio virtuoso arriva da Sorrento, dove si è recentemente conclusa con successo la tappa primaverile delle Domeniche Ecologiche nella frazione di Priora, all’interno del progetto L’Isola Ecologica del Tesoro 2025. In questa occasione, i cittadini hanno conferito ben 700 litri di olio esausto, che, sommati ai 600 litri raccolti a Casarlano, portano a un totale di 1.300 litri destinati a corretto smaltimento e recupero.

Durante l’evento, organizzato in collaborazione con Penisolaverde, i residenti hanno ricevuto una bottiglia di olio extravergine d’oliva come premio per il loro gesto ecologico. «Questi eventi rappresentano un passo importante verso una Sorrento più sostenibile», ha commentato Luigi Di Prisco, presidente del Consiglio comunale. Iniziative come questa servono non solo a gestire meglio i rifiuti, ma anche a premiare i comportamenti virtuosi, creando una comunità sempre più consapevole e attenta all’ambiente.

Perché è importante riciclare l’olio esausto?

L’olio vegetale usato può essere trasformato in biodiesel, un carburante ecologico, oppure impiegato per produrre saponi, lubrificanti e altri materiali industriali. Ogni litro di olio correttamente smaltito evita l’inquinamento dell’ambiente e contribuisce all’economia circolare, riducendo la dipendenza da materie prime fossili.

Raccogliere l’olio esausto è un piccolo gesto domestico che può fare la differenza. Le iniziative come quelle di Sorrento dimostrano che con l’impegno collettivo è possibile creare un modello di sostenibilità replicabile ovunque. La partecipazione attiva dei cittadini è la chiave per costruire un futuro più pulito, più sano e più responsabile.

Quali sono le principali conseguenze dello sversamento di olio esausto nel mare, nei laghi o nei fiumi?

Si crea una pellicola superficiale: l’olio galleggia, creando una barriera che impedisce l’ossigenazione dell’acqua.
Pesci, uccelli acquatici e organismi planctonici muoiono per soffocamento o ingestione.
Gli organismi alla base dell’ecosistema vengono colpiti per primi e si crea una interruzione della catena alimentare. Le acque diventano inquinate, con ripercussioni economiche locali, con danni alla pesca e al turismo,

Quali sono le principali conseguenze dello sversamento di olio esausto nel suolo?

L’olio penetra nel terreno e lo rende impermeabile, soffocando le radici delle piante. Può raggiungere le acque sotterranee, rendendole non potabili, ed inquinamento quindi le falde acquifere.
L’olio esausto distrugge i microrganismi fondamentali per la fertilità del suolo.

Le bonifiche di olio esausto sono complesse e costose: la rimozione dell’olio in profondità è tecnicamente difficile e dispendiosa.

Smaltire educatamente, regolarmente e giustamente l’olio esausto è un atto di amore per l’ambiente e per se stessi.
È un dovere civico e legale
Lo smaltimento scorretto è vietato per legge e può comportare sanzioni penali o amministrative.
Contribuire al corretto smaltimento significa fare la propria parte per il bene comune.