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Cresce la domanda di olio d’oliva: gli Stati Uniti trainano il mercato globale

Il mercato dell’olio d’oliva sta vivendo un momento di forte espansione, con una domanda che cresce a livello globale, spinta dai consumatori sempre più attenti a scelte alimentari salutari. Nonostante le sfide legate ai dazi, alle condizioni climatiche estreme e alla volatilità dei mercati, il settore sembra mantenere un buon slancio.

GLI STATI UNITI RESTANO FARO DEL MERCATO

Uno dei dati più rilevanti emerge dal report dell’Osservatorio sul mercato oleario internazionale di Certified Origins: le importazioni di olio d’oliva negli Stati Uniti hanno raggiunto livelli record nel terzo trimestre 2025. Le stime indicano che le importazioni statunitensi supereranno 181.000 tonnellate a metà anno, con un incremento del 14-15% rispetto allo scorso anno.

Questo trend positivo non si limita solo agli Stati Uniti: anche altri mercati extra-europei come Australia, Canada e Cina stanno vivendo una crescita significativa, con aumenti superiori al 60% e fino all’85% in alcune aree. La domanda globale, quindi, sembra inarrestabile, con una netta preferenza per l’olio extravergine d’oliva come scelta per un’alimentazione sana.

OLTRE I DAZI. GLI STATI UNITI COME MERCATO STRATEGICO

Nonostante l’imposizione di dazi sull’olio d’oliva europeo, gli Stati Uniti rimangono un mercato chiave per i produttori italiani e spagnoli. Giovanni Quaratesi, Head of Corporate Global Affairs di Certified Origins, sottolinea che la domanda di olio extravergine è in crescita, grazie anche alla crescente sensibilità degli americani verso la salute. Le politiche pubbliche e le iniziative civiche, come quelle ispirate dal movimento “Make America Healthy Again”, stanno incentivando consumi più sani, in linea con le politiche di riduzione dei cibi ultraprocessati adottate anche da altri paesi, come Messico e Unione Europea.

Inoltre, la produzione domestica di olio d’oliva negli Stati Uniti è ancora molto limitata, con la California che copre solo il 3% del fabbisogno interno, il che rende il paese fortemente dipendente dalle importazioni.

UN MERCATO GLOBALE IN EVOLUZIONE

Anche altri mercati importanti sono in espansione. Il Brasile, ad esempio, ha importato circa 42.000 tonnellate di olio d’oliva e ha recentemente rimosso i dazi sulle importazioni europee, aprendo a nuove opportunità per il prodotto italiano e spagnolo. Al Regno Unito, le importazioni sono cresciute dell’1,8%, raggiungendo oltre 23.600 tonnellate, confermando l’appeal dell’olio d’oliva anche nei mercati tradizionali.

L’IMPATTO DEL CLIMA SULLE PRODUZIONI

Se da un lato la domanda è in crescita, dall’altro la produzione di olio d’oliva sta affrontando diverse sfide. In Italia, si prevede una produzione di circa 300.000 tonnellate per la stagione 2025/2026, con un aumento del 20% rispetto alla campagna precedente, grazie soprattutto al sud, dove la siccità ha anticipato la raccolta. Tuttavia, le abbondanti piogge al nord stanno creando problemi, aumentando i rischi di infestazioni da mosche della frutta.

In Spagna, il caldo record e la scarsità di piogge hanno ridotto le previsioni di raccolta, con una stima che segna un calo del 10% rispetto alle stime iniziali, portando la produzione ai livelli dello scorso anno.

Nel frattempo, la Tunisia sta emergendo come un protagonista sempre più rilevante, con una previsione di 450.000 tonnellate per il 2025, un dato che ne conferma la crescente competitività nel panorama internazionale.

QUALI SFIDE PER IL FUTURO?

Il settore dell’olio d’oliva è tutt’altro che immune alle sfide globali. I fattori macroeconomici, come l’inflazione, la volatilità dei tassi di cambio e l’incertezza economica globale, stanno influenzando i costi di produzione e il potere d’acquisto dei consumatori. In più, l’andamento delle vendite al dettaglio nei prossimi mesi sarà cruciale per capire come il mercato reagirà all’aumento dei prezzi.

Ma nonostante le difficoltà, la domanda continua a crescere. L’olio d’oliva, con le sue comprovate proprietà salutari, sembra destinato a mantenere il suo ruolo di protagonista nei consumi alimentari globali, continuando a segnare progressi significativi in mercati sempre più vasti.