
L’imposizione di dazi al 20% sui prodotti agroalimentari Made in Italy, messa in atto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, rischia di avere gravi conseguenze per le imprese italiane.
Coldiretti prevede un aumento di circa 1,6 miliardi di dollari nella spesa dei consumatori americani, che si rifletterà su un possibile calo delle vendite dei prodotti italiani negli Stati Uniti. Questo potrebbe favorire la diffusione del fenomeno delle imitazioni dei prodotti italiani, noto come “food italian sounding”, e mettere a rischio l’intero settore agroalimentare.
Secondo Coldiretti, gli Stati Uniti sono la principale destinazione extra-UE per le esportazioni agroalimentari italiane, come ad esempio olio extravergine, vino, formaggi, conserve alimentari e pasta.
Oltre ai danni diretti derivanti dal calo delle vendite, Coldiretti evidenzia l’impatto negativo sull’indotto, che include attività di logistica e marketing, fortemente compromesse dalle nuove tariffe. L’associazione ribadisce che la tradizione e la qualità dei prodotti italiani sono un patrimonio unico, che non può essere minacciato dalle barriere tariffarie. Negli Stati Uniti, infatti, c’è una forte domanda di cibo autentico e di alta qualità, e i consumatori americani continuano a preferire i prodotti italiani.
Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, ha sottolineato che l’associazione continuerà a combattere questa sfida con determinazione, promuovendo azioni diplomatiche per evitare uno stravolgimento dei flussi commerciali.
Secondo Aceto, i cittadini statunitensi saranno i primi a subire l’impatto di questi dazi, vedendo aumentare i prezzi dei prodotti italiani a cui non rinunceranno. In questo contesto, l’Italia deve agire insieme all’Europa con una voce unitaria.
Coldiretti mette anche in evidenza i danni economici derivanti dal deprezzamento delle produzioni italiane, che potrebbe verificarsi a causa di un eccesso di offerta senza sbocchi alternativi. Per mitigare questo impatto, è fondamentale trovare soluzioni diplomatiche a livello europeo.
Inoltre, i costi di stoccaggio aumenteranno, soprattutto per i prodotti deperibili, e c’è il rischio che l’Italia perda posizioni sui mercati internazionali, favorendo la concorrenza di Paesi che subiranno dazi meno gravosi.
Il 2024 ha segnato un record nelle esportazioni agroalimentari Made in Italy negli Stati Uniti, raggiungendo un valore di 7,8 miliardi di euro, con una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Coldiretti ribadisce che questo è il momento per l’Europa di agire come un’unica entità, mettendo in atto un piano di rilancio per i settori produttivi, che includa sburocratizzazione, investimenti in digitalizzazione e innovazione, e maggiore supporto per l’internazionalizzazione delle imprese.
L’associazione sottolinea la necessità di aumentare la competitività delle imprese italiane, abbassando i costi e diversificando i mercati per ridurre la dipendenza da un singolo paese. L’obiettivo finale è rendere il sistema agroalimentare italiano più resiliente, pronto ad affrontare le sfide globali e a navigare tra le incertezze e i conflitti commerciali internazionali.
Coldiretti invita le istituzioni europee a reagire prontamente per proteggere le esportazioni italiane e promuovere politiche che favoriscano la competitività del settore agroalimentare Made in Italy, un pilastro fondamentale dell’economia nazionale.