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Olio a 3,49 euro al litro. Cosa c’è dietro le mega offerte.

Dal 22 al 29 aprile, nei supermercati Iper – La Grande I, un litro di olio extravergine di oliva è stato venduto a 3,49 euro. Non si trattava di un’offerta sottocosto, ma di una promozione definita nel volantino come “mega offerta”, con uno sconto del 55%. L’olio, marchiato Minerva Oli (marchio sconosciuto ma che riecheggia altri marchi) ha attirato l’attenzione dei consumatori.

Secondo quanto riportato da Teatro Naturale, se da un lato la promozione ha riscosso successo tra i clienti, dall’altro solleva serie perplessità: un prezzo simile non è sostenibile, considerando che il costo industriale dell’extravergine supera i 4,50 €/l.

L’impiego di marchi “usa e getta”, come sembrerebbe in questo caso, consente alla grande distribuzione di lanciare offerte eclatanti, rendendo però più difficile l’attività di controllo e verifica.

Quella di Iper è solo l’ultima di una serie di operazioni commerciali simili, come il sottocosto di Esselunga lo scorso marzo (3,99 €/l), che ha finito per abbassare il punto di riferimento del prezzo dell’extravergine. Da allora, molti volantini delle principali catene italiane hanno moltiplicato le promozioni, alimentando una corsa al ribasso che compromette la percezione del valore reale di questo prodotto.

I consumatori si trovano così davanti a bottiglie di olio extravergine più economiche perfino degli oli di semi, interrogandosi, comprensibilmente, su quale dei due sia più salutare o di qualità superiore. Dietro certe offerte si cela un dubbio ancora più serio: cosa c’è davvero dentro quelle bottiglie?

Sempre secondo Teatro Naturale, perfino gli ispettori dell’ICQRF non sono riusciti a recuperare un campione del prodotto per i controlli: l’olio è stato esaurito nel giro di pochi giorni.

Dal volantino, è chiaro che non si tratta di un sottocosto, bensì di una semplice promozione.
La distinzione, più volte evidenziata, è rilevante sia dal punto di vista legale che da quello comunicativo.
Il sottocosto è un’operazione commerciale regolata da normative rigide, in cui tutti gli attori della filiera accettano esplicitamente di vendere in perdita.
Al contrario, una promozione è un’attività commerciale libera, non soggetta a vincoli particolari, che presuppone l’esistenza di un margine di profitto per chi imbottiglia e vende.

Un prezzo di 3,49 euro al litro, però, risulta del tutto ingiustificabile sul piano economico: rappresenta una perdita superiore a un euro al litro rispetto al solo costo industriale, senza considerare altri oneri della filiera.