
Trasformare un rifiuto in una risorsa preziosa: è questa la sfida vinta dal progetto Made in Umbria, che mette insieme ricerca scientifica, imprese e istituzioni, confermando la regione come laboratorio nazionale di sostenibilità e innovazione nel settore oleario.
Presentato a Palazzo Donini, alla presenza dell’assessore regionale Simona Meloni, il progetto nasce dalla collaborazione tra Centumbrie, Sterling S.p.A. e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia. L’obiettivo è chiaro: arrivare a una filiera olivicola “scarto zero” e posizionare l’Umbria nel panorama internazionale dell’agroalimentare sostenibile.
Grazie a una tecnologia d’avanguardia – oggi presente in soli cinque frantoi italiani e unica in Umbria – le acque di vegetazione dell’olio, da sempre considerate un rifiuto ad alto impatto ambientale, vengono trasformate in una risorsa di grande valore: i polifenoli, potenti antiossidanti naturali dalle applicazioni in campo alimentare, nutraceutico e cosmetico. Con l’ingresso in filiera di Sterling Aromi, il recupero diventa anche opportunità economica, chiudendo il cerchio di un processo innovativo e sostenibile.
La forza del progetto sta soprattutto nella qualità del prodotto: i polifenoli estratti in Umbria si distinguono per l’alto contenuto di oliacina, sostanza dalle note proprietà antimicrobiche e antiossidanti. Un risultato reso possibile dalla rapidità con cui vengono trattate le acque di vegetazione, che garantisce la conservazione delle loro componenti più pregiate. Non a caso, mentre competitor internazionali come Spagna, Grecia e Israele puntano sul mercato dei polifenoli, i risultati ottenuti in Umbria offrono un livello qualitativo superiore.
“Dobbiamo imparare a valorizzare tutti i sottoprodotti dell’estrazione meccanica dell’olio – sottolinea il prof. Maurizio Servili dell’Università di Perugia – perché fino a oggi il valore economico della filiera si è basato quasi esclusivamente sull’extravergine. Con questo progetto si apre una nuova frontiera per l’industria olearia”.
Soddisfazione anche da parte di Centumbrie, come spiega il direttore generale Sergio Rutili: “Siamo la prima azienda a produrre olio con sottoprodotti zero. Ogni residuo trova una nuova destinazione: la sansa denocciolata al biodigestore, il nocciolino come combustibile e ora l’acqua di vegetazione che diventa acqua ‘pulita’. Per noi è una scelta naturale: nasciamo sostenibili e, operando in più settori, abbiamo integrato modelli di economia circolare capaci di aumentare il valore della sostenibilità. Con i polifenoli abbiamo azzerato l’ultimo scarto dell’olio ed è un traguardo di cui andiamo fieri”.
Sulla stessa linea Federico Bonini, Director di Sterling Aromi, con il progetto OMWE – Olive Mill Wastewater Extract: “Sostenibilità e innovazione non sono solo rispetto per l’ambiente, ma anche strumenti di competitività e crescita. I polifenoli rappresentano non soltanto una ricchezza della dieta mediterranea, ma un alleato straordinario per rendere i prodotti più sani, sicuri e performanti”.
Un modello replicabile e un’opportunità per i territori
Il valore di Made in Umbria non si limita ai confini regionali. L’esperienza potrebbe diventare un modello replicabile per molte altre aree olivicole italiane ed europee, aprendo la strada a una nuova concezione di filiera integrata. Oggi il settore oleario deve confrontarsi con sfide sempre più complesse: cambiamenti climatici, scarsità idrica, volatilità dei mercati e una concorrenza internazionale agguerrita. In questo contesto, la capacità di innovare non è più un’opzione, ma una necessità.
Il progetto dimostra che la sostenibilità non è solo una questione ambientale, ma anche economica e sociale. Creare nuove filiere di valore significa generare opportunità per le aziende agricole, aprire spazi per la ricerca scientifica, stimolare l’imprenditorialità giovanile e, al tempo stesso, offrire ai consumatori prodotti più sicuri e salutari.
Polifenoli: oro verde per nutrizione e benessere
La rilevanza dei polifenoli va ben oltre il mondo dell’olio. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come queste molecole naturali svolgano un ruolo fondamentale nella protezione delle cellule dallo stress ossidativo, contribuendo alla prevenzione di malattie cardiovascolari, neurodegenerative e infiammatorie. La loro applicazione si estende all’industria alimentare – per la conservazione naturale dei cibi –, alla cosmetica, dove diventano ingredienti di creme e trattamenti anti-age, e persino al settore farmaceutico.
L’Umbria laboratorio di futuro
Con Made in Umbria, la regione si propone come punto di riferimento per un’agricoltura che non si limita a produrre, ma innova, sperimenta e crea valore aggiunto. È la dimostrazione che tradizione e modernità possono convivere: dall’antico sapere dell’olivicoltura alla tecnologia più avanzata, uniti da un unico obiettivo – dare nuova vita a ciò che prima era scarto.
Un percorso che parla non solo di olio, ma di futuro: quello di un’Umbria capace di guidare la transizione ecologica del settore agroalimentare e di raccontare al mondo una storia di eccellenza, sostenibilità e innovazione.