
Dietro ogni bottiglia di olio extravergine d’oliva italiano che conquista il mercato, c’è un patrimonio di competenze rare e specialistiche. Sono tre, in particolare, le figure professionali che rappresentano il cuore pulsante dell’industria olearia: l’esperto della materia prima, il maestro del blend e l’esperto dei nuovi mercati. Professionisti spesso sconosciuti al grande pubblico, ma fondamentali per garantire qualità, innovazione e presenza internazionale al prodotto simbolo della dieta mediterranea.
ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia, ha scelto quest’anno – in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy – di celebrare proprio loro, proponendo un riconoscimento “morale” per valorizzarli e sensibilizzare il settore e le istituzioni sull’importanza del loro ruolo.
L’esperto della materia prima, rappresentato da Emanuele Zampetti di Costa d’Oro, è una figura strategica, che va oltre la selezione degli oli: “Oggi il mio lavoro è anche analisi di mercato, previsione dei trend e costruzione di relazioni solide con fornitori-partner”. Un vero “diplomatico dell’olio”, in grado di conciliare esigenze produttive, qualità e sostenibilità.
Il maestro del blend, come Marzia Migliorini di Carapelli Firenze, è una figura artigianale, capace di armonizzare oli diversi per ottenere prodotti dalle caratteristiche organolettiche uniche. “Non esiste un percorso accademico definito per questa professione – spiega – si impara con passione, competenze sensoriali affinate nel tempo e aggiornamento continuo”.
Infine, l’esperto dei nuovi mercati, come Emanuele Siena di Salov, è il ponte tra la cultura italiana dell’olio e i mercati internazionali emergenti. “Serve apertura culturale, curiosità e capacità di adattarsi – afferma – per entrare nelle abitudini alimentari di paesi lontani, dobbiamo costruire connessioni autentiche tra le nostre tradizioni e le loro”.
L’industria olearia italiana impiega circa 15mila persone e genera un fatturato di 4 miliardi di euro l’anno. Ma, per continuare a crescere, ha bisogno di valorizzare queste competenze e formare nuove generazioni. Lo ha ribadito anche Andrea Pontarelli, preside dell’Istituto agrario “Giuseppe Garibaldi” di Roma, che ha lanciato percorsi specifici per tecnici e manager dell’olio.
“Il futuro si scrive a scuola – sottolinea Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL – le imprese non possono più formare da sole questi professionisti. Servono progetti condivisi tra industria e istituzioni per non disperdere un patrimonio umano che è parte integrante del Made in Italy”.