
L’estate 2025 per l’agricoltura in Sicilia sud occidentale si preannuncia peggiore rispetto al 2024.
Le poche piogge del 2025 non hanno portato acqua sufficiente nel lago Arancio ed il governo regionale a guida Schifani non ha accolto le richieste giunte nel 2024 e 2025 dalle associazione di agricoltori per migliorare la raccolta delle acque nell’invaso ed evitare che si disperdessero a mare.
Il Lago Arancio serve i comuni di Castelvetrano, Menfi, Sciacca, Sambuca, Santa Margherita, Montevago, Partanna (Sicilia sud occidentale). Il lago, un bacino artificiale, è una fonte d’acqua vitale per l’agricoltura di queste aree.
Può contenere fino a 32 milioni di metri cubi d’acqua. Raccoglie l’acqua del territorio per riutilizzarla ai fini dell’irrigazione agricola.
Il Lago Arancio, realizzato negli anni ’50 del secolo scorso, con la costruzione di una diga sul fiume Carboj, si estende per 400 ettari e ha una profondità massima di 12 metri.
Francesco Dimino, assessore all’agricoltura di Sciacca (una delle città servite dal lago Arancio) asserisce che: “Sciacca, già nell’inverno 2024, aveva chiesto di riutilizzare le acque reflue depurate del comune di Sciacca, al momeno scaricate nel mare, e convogliarle nell’invaso di raccolta Lago Arancio.
Di Mauro, ex assessore della Regione Sicilia della giunta Schifani, aveva ricevuto l’assenso di Aica (azienda idrica comuni agrigentini) e del Consorzio di bonifica, a realizzare circa 6 chilometri di condotta in territorio demaniale con una spesa di circa 250 mila euro. Ancora non si è mosso nulla, e gli eventuali interventi saranno inutili per l’estate 2025, ma urgenti e necessari per l’estate 2026.
Se avessimo portato 130 litri al secondo del depuratore di Sciacca nel lago Arancio oggi avremmo circa 5-6 milioni di metri cubi in più di acqua. A maggio 2025 nel lago ci sono poco meno di 9 milioni, mentre a maggio 2024, in una situazione molto critica, ad inizio stagione vi erano 14 milioni. Non si potranno ottenere più di 2 o 3 irrigazioni contro le 5 del 2024”.
Antonino Indelicato, responsabile Copagri, ha chiesto a più riprese nel corso dei mesi, il ripristino e potenziamento dell’impianto di sollevamento dal fiume Belice, che era stato danneggiato da atti vandalici.
Ciò permetterebbe di invasare nel lago Arancio le acque delle sorgenti locali con una portata stimata di oltre 500 litri al secondo, equivalenti a circa 8 milioni di metri cubi annui.
L’acqua ci sarebbe, ma non viene raccolta.
Su 32 milioni di acque che è possibile raccogliere nel lago arancio, a maggio 2024 ne erano state raccolte appena 14 milioni (circa la metà del necessario) e ciò ha causato la crisi agricola del territorio che ha impedito di coltivare ortaggi e creato danni ad uliveti, agrumeti e frutteti.
Nonostante le proteste degli agricoltori, i suggerimenti delle associazione di categorie, le promesse di intervento della Regione Sicilia, la situazione è peggiorata e nel 2025 sono stati raccolti appena 9 milioni di metri cubi di acqua per affrontare l’estate, (un quarto rispetto al fabbisogno ed al potenziale).
Il governo Schifani, tramite Di Mauro, nel 2024 aveva promesso anche dei lavori di pulizia dei fondali, ricorda Nino Indelicato, responsabile Copagri Sciacca. Lavori che non si sono fatti e di cui non si sa più nulla. Tuttavia, essendo le acque ad un livello minimo, Indelicato suggerisce di intervenire con la manutenzione e la pulizia, il prima possibile, almeno lungo le aree perimetrali attuali.
Il 6 maggio 2025, presso il comune di Sciacca, si è svolta una riunione di agricoltori, associazioni di categorie, di Sciacca e Menfi, ed alcuni (pochi) politici locali che hanno deciso di metterci la faccia come il sindaco di Menfi Vito Clemente, l’assessore all’agricoltura di Menfi Francesco Gagliano, l’assessore all’agricoltura di Sciacca Francesco Dimino, la consigliera comunale di Sciacca Daniela Campione, che sono schierati e lottano al fianco degli agricoltori facendo precise richieste e suggerendo opportune soluzioni al governo Regionale siciliano.
La riunione si è svolta in un clima irrequieto, con interventi degli agricoltori molto accesi e reazioni altrettanto concitate.
Gli agricoltori che non solo non hanno visto migliorie rispetto alla situazione drammatica dell’estate 2024 ma addirittura hanno constatato che nessun intervento è stato attuato dalla regione rispetto a ciò che era stato promesso: una situazione che per l’estate 2025 si prospetta tragica per l’agricoltura di questo territorio siciliano. I responsabili delle associazioni e della politica locale hanno cercato a più riprese di stemperare i toni, ma il nervosismo e la tensione hanno più volte rotto gli argini.
Le associazioni di categoria e gli amministratori locali reitereranno le richieste di intervento alla Regione volte a migliorare la raccolta delle acque nel lago Arancio.
L’inerzia del governo Schifani sembra al momento soffocare l’agricoltura siciliana più di quanto faccia il caldo torrido e l’insufficienza di piogge.
